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Verifica dei pilastri a pressoflessione

Spesso, anche nel modello che le ho mandato poco fa, le verifiche dei pilastri nella tabella “imperfezioni” hanno un fattore di utilizzo massimo più basso di quelle “secche”: ciò è alquanto strano, no?

CSI Italia Risponde

In realtà questa situazione è molto rara ma può verificarsi. Con riferimento al suo modello, prendiamo ad esempio il segmento 1 del pilastro 1412. VIS riporta questo dettaglio di verifica PMM:


Come da lei notato si vede come le verifiche “secche” risultino più gravose di quelle comprensive delle “imperfezioni”. Analizzando più a fondo i risultati si nota però come il coefficiente di utilizzo più elevato nelle verifiche “secche” sia relativo ad uno sforzo assiale di trazione. Com’è noto gli sforzi di trazione sono stabilizzanti e tendono ad irrigidire l’elemento pertanto l’effetto di un’eventuale imperfezione sarebbe benefico per la colonna anziché penalizzante. Per tale motivo la norma al punto 4.1.2.1.2.4 afferma che “Nel caso di pilastri soggetti a compressione assiale, si deve comunque assumere una componente flettente dello sforzo pari a ...”. In definitiva l’effetto delle imperfezioni è da considerarsi solo nel caso di elemento compresso. In tal caso il contributo è sempre penalizzante. Nel caso in esame per esempio consideri la combinazione #21 cui corrisponde un N pari a –35.6 kN ed un fattore di utilizzo pari a 1.01. Se ci spostiamo nella scheda imperfezioni notiamo che a tale N corrisponde ora un fattore di utilizzo pari a 1.03 e cioè maggiore.